Elaborato dal Dipartimento della Protezione Civile e dal Ministero dell'Interno, il metodo "Augustus" fornisce una metodologia per la pianificazione dell'emergenza, individuando nella flessibilità e nella semplicità i cardini di un efficiente sistema di intervento in caso di calamità.
Il nome “Augustus” dato al metodo è in omaggio l primo imperatore romano, Ottaviano Augusto, che circa duemila anni fa con la frase “Il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato di cose”, riferita ad una visione del mondo unitaria fra il percorso della natura e la gestione della cosa pubblica, coglieva pienamente l’essenza dei concetti che oggi indirizzano la moderna pianificazione di emergenza.
Nel nostro Paese non sono mai mancati mezzi, materiali e risorse umane per affrontare situazioni di crisi. E' stata sempre assente, invece, una strategia idonea ad attivare tempestivamente e sinergicamente tali forze.
Prima del metodo Augustus pianificare l'emergenza significava soltanto avere il "censimento" delle forze a disposizione per un intervento di protezione civile. Ma quello del censimento, purtroppo, si è rivelato un procedimento sbagliato, obsoleto ed inutile proprio nel momento in cui è stato messo alla prova dalla drammatica realtà. L'esperienza di alcune grandi emergenze verificatesi negli ultimi anni, infatti, ci dice che pur essendoci mezzi, personale specializzato e volontari in numero sufficiente per un immediato intervento, nella maggior parte dei casi erano però assenti strategie d’intervento (causa dei ritardi nei soccorsi), coordinamento tra le forze impegnate ed informazione alle popolazioni colpite.
Il metodo “Augustus” ha introdotto con forza il concetto della “disponibilità” delle risorse e, per realizzare questo obiettivo, sono state introdotte le “funzioni di supporto” con relativi “responsabili” con lo scopo di mantenere “vivo” il Piano attraverso periodici aggiornamenti ed opportune esercitazioni. In questo modo oltre ad avere l’esatta conoscenza di mezzi e risorse a disposizione, vengono individuate ed attivate le procedure finalizzate a coordinare con efficacia le risposte di protezione civile.
- IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Allo scopo di consentire un’agevole lettura del testo, si è ritenuto opportuno, in sede di premessa, una breve esposizione concernente il tessuto normativo vigente, allo scopo di evidenziare, nell’ambito della pianificazione dell’emergenza, i parametri giuridici di riferimento. Le fonti normative che regolano lo sviluppo organico delle azioni di Protezione Civile sono, allo stato attuale, le seguenti:
• Legge n. 996/1970;
• D.P.R. n. 66/1981;
• Legge n. 266/1991 – Legge sul volontariato
• Legge n. 225/1992 – Legge quadro della P.C.;
• Decreto Legislativo n.112/1998 (artt. 107,108 e 109);
• Legge Regionale n. 38/1997;
• Legge Regionale n. 25/1998;
• Legge n. 265/1999 (art. 12);
• Legge n. 267/2000 (artt. 10, 50, 54, da 107 a 110, 145, 149, 191);
• Legge n. 3/2001;
• Decreto del Presidente della Repubblica n. 194/2001;
• Decreto del Presidente della Repubblica n. 327/2001 (art. 22);
• Legge n.401/2001;
• D.P.C.M. Del 12 dicembre 2001;
• Legge Regionale n. 46/2001;
• D.P.C.M. del 23 luglio 2002 (art. 34);
• Circolare n. DPC/CG/0035114 del 30/09/2002:
• O.P.C.M. N.3606/2007 – Art. 1 - Piani Comunali Interfaccia Incendi.
Sulla base del Decreto Legislativo 343 del 7 settembre 2001, convertito nella Legge n. 401 del 9 novembre 2001, tutti i poteri di gestione del Servizio Nazionale di Protezione Civile sono stati assegnati al Presidente del Consiglio e, per delega di quest’ultimo, al Ministro dell’Interno e, di conseguenza, al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile.
Il Dipartimento ha un ruolo primario per la gestione delle emergenze nazionali, ovvero per gli eventi denominati di tipo “C”, ma non solo.
Infatti, può essere attivato dal Prefetto, dal Presidente della Provincia e dalla Regione per le emergenze definite di tipo “B”, cioè di livello provinciale e, in casi particolari, anche per gli eventi di tipo “A”, cioè di livello locale.
In tale contesto il Prefetto, in ambito Provinciale, rappresenta la figura istituzionale di riferimento del sistema operativo della Protezione Civile, unitamente alle Province e alle Regioni, Istituzioni a cui la legislazione attribuisce un ruolo determinante della gestione degli eventi, con grande autonomia d’intervento.
In particolare la Regione assume un ruolo importante nella fase della prevenzione e previsione, della gestione delle emergenze e della fase di ritorno alle normali condizioni di vita, agendo soprattutto su cinque fattori:
• prevenzione a lungo termine, da svilupparsi intervenendo anche normativamente sui fattori urbanistici e territoriali, attuando politiche rigorose di protezione e conoscenza del territorio e dei suoi rischi ed incrementando una cultura della protezione civile e la formazione a tutti i livelli, dai corsi di base e d’aggiornamento alle esercitazioni e simulazione d’evento prevenzione a breve – medio termine, attraverso l’attività di pianificazione e realizzando, anche tramite altri Enti, le opere di difesa del suolo, ed ingegneria naturalistica e sismica, per mitigare il rischio in modo concreto, il monitoraggio dei rischi nonché cooperando nella “pianificazione d’emergenza” degli Enti locali;
• previsione a brevissimo termine, effettuata utilizzando i più ampi e affidabili sistemi di previsione e monitoraggio dei rischi, sviluppando azioni di preannuncio e allertamento per eventi calamitosi attesi, da pochi giorni a poche ore prima dell’evento;
• gestione delle emergenze, collaborando con le diverse componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile;
• ritorno alla normalità, predisponendo assieme agli altri Enti territoriali, piani di ripristino relativi al ritorno alle normali condizioni di vita.
Nel contesto normativo in questione la Provincia assume sempre maggiore importanza nel quadro di riferimento istituzionale, in relazione ai livelli di competenza trasferiti dalla vigente legislazione, sia in emergenza, sia nelle fasi di pianificazione preventiva e successiva all’evento. In ambito comunale il Sindaco è la figura istituzionale principale della catena operativa della Protezione Civile, dall’assunzione delle responsabilità connesse alle incombenze di Protezione Civile, all’organizzazione preventiva delle attività di controllo e di monitoraggio, fino all’adozione dei provvedimenti d’emergenza indirizzati soprattutto alla salvaguardia della vita umana.