Gastronomia
Dei piatti tradizionali del luogo, tra la pasta fatta in casa, vanno segnalati leorecchiettee ikapunti(di questi ultimi, l’analisi linguistica della parola rivela la maniera con cui vengono preparati.ka-, infatti, corrisponde a “con la”; epunt[i]a “punta”; per cui, il valore semantico complessivo è “[pasta fatta]con la punta[delle dita]”. E, a seconda del numero di queste –utilizzate per cavarli– varia la loro dimensione:kapuntia un dito, a 2, 3, 4 e 8 dita. Vengono cucinati o con cime di rape, o con ragù, o –ancora– con sugo di semplice pomodoro.
Piatto tipicamente pasquale è lascarcella: una pizza salata farcita di formaggio fresco (‘u skallatë), salsiccia curata affettata e uova lesse. Stranamente, la parola rimanda a ingredienti dolci, che non entrano affatto nella sua preparazione. Si tratta di un nome composto, il cui primo elemento –di origine greca–scar-è l’esito sincopato disukάr-ion[sykár-ion], parola con doppio suffisso[-ar-ion]derivato dasύk-on[sýk-on], che significa “fico”; il secondo elemento-cellaè d’origine latina nel significato di “dispensa”. Lascarcellaera, perciò, originariamente una “dispensa di fichi”: i fichi secchi venivano fatti passare a dei fili erbacei[giunco dei fossi], posti in senso trasversale rispetto ad un telaio di canna di forma triangolare, troncato al vertice, che terminava con un manico, che ne facilitava l’impugnatura. Così disposti, i fichi servivano da magazzino per il periodo invernale. La forma triangolare delle prime pizze pasquali, che evocava nella foggia le dispense di fichi secchi, ha trainato lo spostamento del terminescarcellada queste a quelle.
La località è famosa nel circondario per la carne diagnelloe dicapretto, cotta alla brace. Pietanze particolari sono:
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glignumureddrë(= “gomitoletti”), pezzetti di interiora tenuti legati da budella;
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ilmarro, un unico involto –tenuto stretto nell’omento [lazeppa] e attorcigliato con budella– di tutte le parti interiora –di agnello o capretto– ridotte a listarelle e condite con un battuto di prezzemolo, aglio, formaggio pecorino grattugiato, sale e pepe; il tutto cotto alla brace.
Di sapore natalizio sono lepettole, pasta lievitata fritta.
Tra i dolci, annoveriamo i cosiddettisospiricon giulebbe [lë dolcë ku cëleppë].
Tra i biscotti, infine, distinguiamo:
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lezippëtellë(= “piccoli stecchi”), salato;
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itaralli, di sapore dolce.